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Il lavoro del grafico nell’epoca del fai-da-te

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Il mestiere del grafico nell'epoca del FAI-DA-TE

Trattare e discutere sul mestiere del grafico, oggi, risulta essere piuttosto complicato. Nel corso degli anni ci siamo abituati a vedere il grafico esclusivamente nel mondo pubblicitario (manifesti, tabelloni, locandine, brochure) e nel mondo dei siti internet. Nonostante i campi di azione di un grafico risultino essere molteplici, la nostra non-cultura ci porta a credere che, in realtà, essi siano molto limitati. Poi, con l’evoluzione dei sistemi informatici, dei software user-friendly (alla portata di tutti), con siti che offrono la possibilità a chi non conosce nulla di programmazione di realizzare i propri siti, le proprie grafiche, i propri loghi e quant’altro, la situazione è mutata ulteriormente, sminuendo ancor di più la figura e la professione del grafico.

La realtà, invece, è ben diversa.

Che cos’è… o chi è… un grafico?

Per rispondere a questo quesito, voglio darvi una definizione, in stile vocabolario/enciclopedia.

Un grafico è colui che progetta, grazie all’ausilio della propria mente e della propria creatività, una determinata visione di qualcosa, e che poi, con gli giusti strumenti, ricrea in modo da essere visibile e condivisibile da tutti.

Scritta così, probabilmente, pare più una definizione di filosofia che di un mestiere, però vi assicuro che non c’è nulla di più vero. In realtà, il lavoro del grafico non è aprire InDesign, mettere due righe di testo, un’immagine e una filigrana andando a tentativi finché il cliente non è soddisfatto. Nient’affatto! Il lavoro del grafico consiste nel pensare, nel creare con la mente, nel concettualizzare una filosofia e renderla visibile (in un secondo momento) tramite l’ausilio dei software più adatti.

Per questo non basta saper usare i software o frequentare scuole e corsi di formazione. Se alla base non v’è un’alta capacità creativa, fare il grafico sarà sempre solo e soltanto un hobby.

Il grafico nell’epoca del fai-da-te

In questo preciso contesto storico, stiamo assistendo all’evoluzione del fai-da-te, in modo esasperante. Chiunque si possa permettere una reflex Nikon da 500 euro può fare il fotografo, chiunque giri dei video con un telefonino un videomaker, chiunque sappia smanettare con Photoshop un grafico.

Questa è una cosa positiva, perché magari, partendo a fare delle fotografie per gioco, ci si può appassionare a tal punto da scoprire un talento e farne un vero e proprio mestiere. Ma su 100 aspiranti fotografi, un paio probabilmente ci riusciranno, gli altri rimarranno dei “fotografici amatori”. Stessa cosa con i video, con i siti internet, con la grafica, con l’informatica, con la scrittura. Una cosa è coltivare un hobby, un’altra è farne una professione.

Il grafico, in questo caso, è forse il mestiere più “inflazionato”. Basta un computer e un software di grafica e il gioco è fatto. Chiunque può realizzare il proprio biglietto da visita, la propria locandina. Ma se non si hanno le giuste conoscenze riguardo la gestione degli spazi, l’armonia dei colori, l’abbinamento delle forme, le tecniche tipografiche, oltre all’immancabile buon gusto e alla fondamentale creatività (tanto per citare alcune delle necessarie “competenze”)… si torna ad avere bisogno di un grafico, di un professionista.

Il grafico come un medico

Mi piace paragonare il grafico ad un medico. Esagerazione? No, ve l’assicuro. Seguite il mio ragionamento. Chiunque, grazie ai farmaci da banco, può automedicarsi. Un raffreddore? Compro una confezione di Vivin-C e in due-tre giorni sono ok. Mal di testa? Momendol! Mal di stomaco? Buscopan. Basta andare in farmacia, acquistarlo e curarsi. Stessa cosa nel campo grafico. Ho bisogno un biglietto da visita personale o per una piccolissima azienda?  Ho bisogno di una locandina per un evento locale? Word e Publisher. Devo realizzare un sito internet? Basta cercare su internet e ci sono mille servizi per creare siti anche gratis, senza conoscere nulla di PHP, MySQL, HTML e quant’altro (vi invito a leggere quest’articolo).

Ma mettiamo caso, tornando alla salute, che si soffra di una strana patologia che ci provoca prurito sotto i piedi, sul naso e sotto le ascelle: come ci automedichiamo? E’ impossibile. Bisogna andare dal medico, c’è poco da fare. Ci serve qualcuno che abbia esperienza e conoscenza, che ci possa prescrivere la giusta cura. Stessa cosa per il grafico: se ci serve creare un’immagine forte, che permanga sul mercato, che ci faccia fruttare. Se ci serve un sito internet che sia usabile, accessibile, d’impatto, che convinca l’utente a fidarsi di noi… beh il fai-da-te non basta, e bisogna affidarsi ad un professionista del settore.

Conclusioni

Il fai-da-te è un diritto sacrosanto di ogni cittadino. Tutti abbiamo iniziato così, e continuiamo a farlo. Farlo per hobby, per diletto, per sé stessi e per i propri amici è un conto. Lavorare senza cognizione di causa, invece, non solo è degradante per sé stessi, ma sminuisce la figura dei grafici, in un contesto (quello italiano) in cui tale professione non viene riconosciuta nemmeno dallo Stato.

La mente creativa di un grafico può davvero rivoluzionare in positivo le sorti di un’attività, ma può tornare utile in tante altre cose (nell’editoria, nelle scuole, nei negozi, negli uffici pubblici, magari ne parlerò in un successivo articolo).

Un grafico immagina un mondo accessibile e usabile… e lo realizza.

Non importa se è un sito internet, un manifesto, un segnale d’indicazione, o un’etichetta del prezzo.

Un grafico è un artista, e gli artisti hanno sempre rivoluzionato il mondo.

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